Federal Reserve in difficoltà: “Non riescono a ridurre il bilancio”

Quest’anno la Federal Reserve sta facendo continuamente notizia con i suoi rialzi estremi dei tassi d’interesse. Un’altra parte della sua strategia per affrontare l’inflazione è la riduzione del suo bilancio. Lo fa, ad esempio, non acquistando più nuovi titoli di Stato americani o vendendo titoli di debito.

Non ancora 300 miliardi di dollari

Dal suo picco, la Federal Reserve non è ancora riuscita a ridurre il suo bilancio di 300 miliardi di dollari. La scorsa settimana sono stati aggiunti 2 miliardi di dollari di attività al bilancio stesso.

Tanti sono i tentativi della Federal Reserve di combattere l’inflazione riducendo il proprio bilancio. Da giugno, il bilancio si è ridotto di 236 miliardi di dollari, ma su un patrimonio di quasi 9.000 miliardi di dollari, si tratta di una cifra irrisoria.

È quindi lecito chiedersi se la Federal Reserve riuscirà mai a risolvere il problema. C’è la possibilità che le stampanti di denaro debbano tornare in funzione, perché l’economia non può continuare a funzionare con gli attuali tassi di interesse relativamente alti. L’economia statunitense si è assuefatta ai bassi tassi d’interesse degli ultimi anni e i prossimi mesi dovrebbero mostrare quali sono le conseguenze di tassi d’interesse più elevati per le imprese.

La BCE non se la passa molto meglio

Per inciso, il bilancio della Banca Centrale Europea non è in condizioni migliori di quello della Federal Reserve statunitense. In effetti, si potrebbe dire che l’Eurozona sta ancora facendo molto peggio degli Stati Uniti, anche a giudicare dalla performance dell’euro rispetto al dollaro.

“Il bilancio della BCE continua a registrare nuovi massimi storici. La Lagarde continua a far funzionare a pieno ritmo le stampanti di denaro nonostante l’Eurozona si trovi di fronte a un’inflazione da record”, ha dichiarato Holger Schaepitz a proposito della BCE nel giugno 2022.

Con queste cifre, il bilancio della BCE copre circa l’82,4% del prodotto interno lordo (PIL) dell’Eurozona. La Federal Reserve si attesta al 36,6%, la Banca d’Inghilterra al 39,6% e la Banca del Giappone alla scioccante cifra del 136,3%.

Sembra questione di tempo prima che i tassi di interesse, almeno nell’Eurozona, debbano scendere di nuovo per mantenere la situazione a galla. Soprattutto grazie ai fratelli più deboli come l’Italia, per i quali sembra certo al 100% che non usciranno comunque dal debito senza aiuti. Nel lungo periodo, questo non può che essere positivo per il bitcoin.

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