È un bene che la Corea del Sud abbia un presidente positivo nei confronti delle criptovalute. I proprietari di criptovalute del paese dovranno presto pagare una tassa del 20% sui profitti delle criptovalute. Questa controversa tassa è attualmente rinviata al 2025, due anni più tardi del previsto.
Questo probabilmente ha a che fare con il nuovo presidente: Yoon Suk-yeol. Si è insediato a maggio e i fanatici delle criptovalute del paese hanno accolto con grande favore il suo arrivo. Ha promesso di rendere le criptovalute esenti da tasse e di lavorare per una regolamentazione adeguata (compresa la legalizzazione delle ICO).
Tassa del 20% sui profitti superiori a 1.870 euro
La prima non è andata a buon fine, ma al momento è stata rinviata. A partire dal 1° gennaio 2023, gli investitori in criptovalute avrebbero dovuto pagare il 20% di tasse sui loro fondi. Ora questo non avverrà prima del 2025, come riporta CoinTelegraph. Non è chiaro se il presidente la cancellerà in seguito.
Anche se la tassa è stata spostata, il piano originale – che prevedeva un’imposta aggiuntiva del 20% sui profitti delle criptovalute superiori a 2,5 milioni di won – rimane in vigore. Questo importo (2,5 milioni di won) equivale a circa 1.870 euro.
I paesi asiatici amano tassare le criptovalute
La Corea del Sud non è l’unico paese asiatico a tassare pesantemente i profitti in criptovaluta dei suoi cittadini. La Thailandia ha una tassa del 15% e l’India è ancora peggio.
In India, le criptovalute sono tassate al 30%. E se il 30% sui tuoi profitti non fosse sufficiente, c’è anche una tassa dell’1% su ogni transazione. Si tratta della cosiddetta TDS (Tax Deducted at Source).
In India non cambierà nulla a breve, dato che ci sono stati molti tentativi di contrastare questa imposta elevata. Tuttavia, se dobbiamo credere alle promesse del presidente sudcoreano, la Corea del Sud potrebbe riuscire a farla franca prima del 2025.