Le aziende iraniane ottengono il via libera alle importazioni di criptovalute

Il Ministero dell’Industria, delle Miniere e del Commercio iraniano ha approvato l’uso delle criptovalute per le importazioni.

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Commerciare con i bitcoin?

Secondo le notizie locali, il Ministro del Commercio, Reza Fatemi Amin, ha confermato il regolamento dettagliato. Si tratta dell’uso delle criptovalute per il commercio d’importazione e della fornitura di carburante ed elettricità ai minatori di bitcoin.

Non si tratta di una notizia sconvolgente. All’inizio del mese è stato annunciato il primo accordo di importazione di criptovalute, per un valore di 10 milioni di dollari. La notizia ha immediatamente sollevato dubbi, tra gli altri, da parte dell’associazione degli importatori. Temevano che il Paese avesse fatto questo passo troppo in fretta (e senza regole adeguate).

Amin ha fornito maggiori informazioni sui regolamenti durante un evento. Non è noto quale sia la criptovaluta utilizzata. Per esempio, ha detto che si possono importare automobili con le criptovalute, invece che con i dollari o gli euro.

Il Ministero del Commercio iraniano aveva precedentemente indicato che l’uso delle criptovalute e dei contratti intelligenti sarebbe stato ampiamente utilizzato entro settembre 2022, soprattutto per il commercio estero.

Dubbi sulla modifica delle regole

Nel frattempo, l’Associazione iraniana delle importazioni ha chiesto regole chiare. Non vogliono che le aziende locali e gli importatori soffrano se le regole verranno cambiate troppo velocemente in futuro.

Nel suo discorso, il ministro ha sottolineato che i nuovi regolamenti riguardano le criptovalute e anche il processo di autorizzazione delle società di cripto-estrazione (e dell’elettricità che acquistano).

Per l’Iran, una rete di pagamento decentralizzata è comoda. Il Paese, infatti, è piuttosto infastidito dalle sanzioni a causa dei programmi nucleari che starebbe portando avanti. Il Paese è escluso dai sistemi bancari internazionali.

Inoltre, non hanno problemi a procurarsi il bitcoin. È noto che le società di mining di bitcoin sono obbligate a vendere la criptovaluta guadagnata alla banca centrale. È così che l’Iran ottiene bitcoin senza KYC, al di fuori delle piattaforme di trading regolamentate.

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