A fine maggio, si è tenuto un tavolo di discussione a Palazzo Montecitorio incentrato sulla regolamentazione delle criptovalute in Italia. Durante l’incontro, è emersa l’idea di creare un albo specifico per i fornitori che si occupano della tokenizzazione di strumenti finanziari. L’obiettivo principale è quello di definire i limiti per l’istituzione di un veicolo per la registrazione di tali strumenti sulla blockchain, nel rispetto del Regolamento della Commissione europea 858/2022 che riguarda i mercati di scambio di strumenti finanziari digitali.
La necessità di questa regolamentazione nasce dalla recente normativa sul mercato DLT (Distributed Ledger Technology), che ha aperto nuove opportunità anche per gli operatori finanziari istituzionali nel settore delle criptovalute. Il 2023 è il primo anno di applicazione della nuova legge italiana sulla tassazione delle criptovalute e contemporaneamente è stato approvato il testo definitivo del MiCAr, il nuovo regolamento dell’Unione Europea sui digital asset. Quest’ultimo ha aperto le porte del settore delle criptovalute alle istituzioni finanziarie che fino ad ora si erano tenute lontane a causa delle incertezze normative.
Con il quadro normativo che sembra essere più chiaro, anche i grandi attori del settore finanziario europeo possono entrare in massa nel mercato delle criptovalute, compresa l’Italia, dove diverse banche tradizionali hanno già manifestato l’intenzione di intraprendere iniziative legate agli asset digitali.
Il potenziale della tokenizzazione
Una delle possibilità offerte dalla nuova regolamentazione è la tokenizzazione di asset reali. Questa opportunità non interessa solo le istituzioni finanziarie, ma anche le aziende, in particolare quelle che sono escluse dai mercati azionari a causa delle loro dimensioni troppo ridotte per consentire un accesso agevole.
Tuttavia, per garantire agli investitori che i token corrispondano effettivamente agli asset tokenizzati, è necessario avere controlli adeguati. È quindi prevista l’istituzione di un nuovo albo ufficiale a cui le piattaforme che permettono la compravendita di asset tokenizzati dovranno iscriversi.
Il Decreto FinTech
Il cosiddetto Decreto FinTech (decreto-legge n. 25 del 2023 – FinTech) è già stato approvato dal Senato, ma è attualmente in fase di analisi alla Camera dei Deputati. Questo decreto definisce gli strumenti finanziari digitali e disciplina la loro emissione e trasferimento. Inoltre, istituisce una sandbox regolamentare in cui Banca d’Italia, Consob e Ivass possono interagire con gli intermediari vigilati e gli operatori del settore.
Durante l’incontro a Palazzo Montecitorio, il Presidente della VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati, Marco Osnato, ha definito il Decreto FinTech come “un’innovazione importante che aiuterà i mercati finanziari, tutelerà i cittadini e fornirà uno strumento che potrà essere utilizzato anche dalla Pubblica Amministrazione”.
Reazioni e commenti
All’incontro hanno partecipato anche aziende e professionisti del settore, che hanno espresso le loro opinioni in merito alla nuova regolamentazione.
Thomas Lacchetti, fondatore e presidente di Fleap, ha sottolineato il potenziale della tecnologia DLT e degli smart contract nel semplificare ed efficientare i processi aziendali per la raccolta di fondi, creando un mercato più accogliente. Ha inoltre affermato che la DLT può diventare uno strumento che rende le aziende più efficienti e pronte ad affrontare le nuove sfide del mercato, aprendo così nuove opportunità nel settore degli asset digitali.
Alessandro Negri della Torre, fondatore dello Studio Legale LX20 Law Firm, ha sottolineato la flessibilità del sistema giuridico italiano e la sua capacità di adattarsi alle evoluzioni tecnologiche. Ha evidenziato che la creazione di un albo porterebbe a un livello minimo di organizzazione per i fornitori di servizi di registrazione e consentirebbe una maggiore coerenza delle loro procedure interne.
Marco Cuchel, Presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, ha commentato che la conversione in legge del Decreto FinTech offrirà nuove opportunità alle imprese italiane per accedere al credito al di fuori dei canali tradizionali. Ha sottolineato che la nuova regolamentazione del mercato finanziario digitale favorirà la trasparenza, l’efficienza e la sicurezza degli investitori, promuovendo la competitività delle imprese italiane. Ha inoltre evidenziato che la digitalizzazione dei processi per l’emissione degli strumenti finanziari, anche attraverso le tecnologie emergenti, può creare valore aggiunto e sinergie tra gli attori coinvolti, inclusi avvocati, notai e commercialisti.
Conclusioni
In conclusione, l’Italia sta adottando misure concrete per regolamentare il settore delle criptovalute e favorire l’adozione delle tecnologie blockchain. L’introduzione di un albo per i fornitori specializzati nella tokenizzazione di strumenti finanziari societari rappresenta un passo importante verso la creazione di un ambiente normativo chiaro e sicuro, che consentirà alle imprese italiane di partecipare attivamente al mercato degli asset digitali. L’approvazione del Decreto FinTech e il sostegno da parte delle istituzioni finanziarie e degli attori del settore indicano una crescente apertura nei confronti delle criptovalute e delle opportunità che offrono. Resta da vedere come l’evoluzione normativa influenzerà l’adozione delle criptovalute e delle tecnologie blockchain nel paese, ma le basi per un futuro più inclusivo ed efficiente nel settore crypto sembrano essere state poste.
In un contesto in cui l’Italia sta promuovendo la regolamentazione delle criptovalute e delle tecnologie blockchain, gli investitori potrebbero trovare nuove opportunità di diversificazione e crescita nel settore degli asset digitali. Piattaforme di trading affidabili come Bitcoin Buyer o Crypto Engine potrebbero essere considerate come strumenti utili per esplorare e partecipare a questo emergente mercato finanziario.